L’intervento odontoiatrico

Cosa si intende per Chirurgia Orale?

La chirurgia orale comprende l’intervento odontoiatrico eseguibile in anestesia locale che può essere effettuato nell’ambito del cavo orale.

Sono pertanto di pertinenza della chirurgia orale le avulsioni dentarie di elementi non più trattabili, le avulsioni dei denti inclusi e/o malposizionati, il trattamento di ascessi, amputazioni di apici radicolari (apicectomie) e la rimozione di cisti.

Una volta tolto un dente, la soluzione immediata per mantenere un bel sorriso è la sua sostituzione con le moderne tecniche di implantologia che ripristinano una corretta estetica. L’immediata sostituzione del dente mancante è importante per evitare che i denti sani si spostino verso lo spazio vuoto creando problemi alla masticazione e conseguentemente alla salute di tutto l’individuo.

Estrazione dentaria

Per estrazione dentaria si intende la rimozione completa di un dente. Essendo questo un atto irreversibile va attentamente valutato dall’odontoiatra e condiviso con il paziente.

Le ragioni per togliere un dente possono essere o assolute (non è possibile alcun altro trattamento) o relative (in base alle condizioni generali del paziente, alla situazione del resto della bocca, o di natura economica).

Le cause

Le cause più frequenti di estrazione sono carie estremamente estese, infezioni endodontiche (all’interno del dente) che anche se trattate non guariscono, le fratture e la perdita del supporto parodontale (il dente appare lungo e mobile).

Ma occorre fare attenzione perché in tutti i casi di lieve e media gravità questi denti possono essere salvati evitando lestrazione!

Spesso, purtroppo, estrazioni di denti decise in modo troppo frettoloso che sostituiscono i denti con impianti, denotano una mancanza di professionalità e un’etica discutibile.

Denti con carie anche molto estese fino alla polpa (il nervo interno al dente) possono essere “puliti” e devitalizzati. Se la carie è scesa fin sotto la gengiva si può portare la parte di dente sana al di sopra di essa o estrudendolo ortodonticamente o eseguendo raffinati interventi per abbassare la gengiva e l’osso.

Un dente già devitalizzato con un granuloma (per cui non guarito), può essere devitalizzato di nuovo oppure possono essere eseguiti interventi di chirurgia endodontica retrograda (apicectomia).

Un dente che a causa della malattia parodontale (piorrea) è mobile può essere curato semplicemente togliendo placca e tartaro, eventualmente splintaldolo (unendolo) con i denti vicini.

La cura

E’ importante la consulenza professionale del dentista, in quanto prima di decidere se estrarre o recuperare un dente lo specialista deve sempre allargare lo sguardo sia alle condizioni di salute generale del paziente che alle situazione del resto della bocca.

Ad esempio, se il paziente è estremamente cario-recettivo (soggetto a carie) il recupero complesso di elementi particolarmente distrutti va valutato molto attentamente. Oppure, se per mantenere un dente con carie sotto gengiva sarebbe necessario rimuovere troppo osso mettendo a rischio la salute degli elementi vicini, è indicato toglierlo e magari sostituirlo con un impianto.

Estrazione denti del giudizio

Perché alcune persone hanno i denti del giudizio e altre no?

Secondo alcune teorie ormai abbastanza accreditate i denti del giudizio si stanno perdendo evolutivamente. Osservando i denti dei crani preistorici notiamo che molti oltre agli ottavi avevano anche i noni e a volte i decimi, tutti questi denti erano spesso abbastanza ben allineati all’interno di mascellari più grandi. Evolutivamente la parte superiore del cranio che contiene il cervello è aumentata di dimensioni mentre la parte inferiore, le ossa mascellari, si sono via via rimpicciolite e gli ultimi denti dell’arcata sono diventati meno frequenti. Nonostante ciò capita ancora di osservare in rari pazienti noni e decimi.

I denti del giudizio vanno sempre tolti?

E’ da sfatare l’idea che i denti del giudizio siano sempre da togliere. Se hanno spazio sufficiente per poter posizionarsi correttamente sono denti come tutti gli altri.

Spesso l’estrazione del dente del giudizio è necessaria perché manca lo spazio affinchè possa crescere correttamente. Poiché spesso lo spazio non c’è i denti del giudizio possono posizionarsi in maniera errata, ad esempio impattarsi contro i denti davanti (i settimi), e causare grossi problemi.

Se mentre escono restano in parte coperti dalla gengiva si crea una sacca (pericorona)  all’interno della quale saliva, cibo e batteri possono entrare, questa situazione può causare subito un ascesso (con gonfiore, tumefazione e dolore intenso) oppure restare quiescente anche per molto tempo o riaccendersi periodicamente.

Quando bisogna estrarli?

Il dente del giudizio può anche danneggiare gravemente il dente davanti, trattenendo batteri può causare tasche profonde o carie in posizioni difficili da trattare. Se la situazione viene trascurata non di rado è necessario rimuovere sia l’ottavo chi il settimo perché irrecuperabile.

Meno frequentemente i denti del giudizio si possono associare a cisti o tumori solidi, in questi casi la neoformazione viene asportata insieme al dente.

Altro motivo di estrazione può riguardare le necessità ortodontiche.

L’intervento è complicato?

L’estrazione del dente del giudizio può in alcuni casi essere complicata quando il dente è incluso e profondo. In genere i denti del giudizio superiori mal posizionati ma in arcata richiedono non più di 5 minuti, cosa diversa può essere per i molari inferiori profondi. La cosa fondamentale è che chi valuta il caso non lo faccia alla leggera. Molte sono le strutture anatomiche che possono essere danneggiate durante l’estrazione. Il nervo alveolare inferiore, ad esempio, passa all’interno della mandibola e porta la sensibilità ai denti, al labbro e al mento. Sfortunatamente le radici dei denti del giudizio inferiori spesso sono molto vicine, in continuità o addirittura abbracciano questa struttura. È fondamentale in questi casi disporre di adeguati esami diagnostici (tac accurata) e informare in maniera corretta il paziente.

L’intervento di estrazione del dente del giudizio si svolge in anestesia locale per cui il paziente non sente nulla e nei giorni successivi sarà necessario prestare attenzione alla zona trattata ma in genere il fastidio è minimo. Nei casi più complessi consigliamo una breve terapia farmacologica per ridurre ulteriormente i possibili fastidi. Il gonfiore, se presente, aumenta fino al terzo giorno dall’intervento per poi scomparire rapidamente.

L’età ideale per togliere il dente del giudizio?

La chirurgia dei terzi molari rappresenta in genere per i pazienti un evento temuto e quindi da evitare o quanto meno da procrastinare nel tempo. Tale atteggiamento non deve ritenersi corretto. Quando esistono problemi a carico dei terzi molari, va ricordato che l’aggravamento della patologia è progressivo. Si deve inoltre segnalare che esiste un consenso generale sul fatto che le complicanze chirurgiche sono molto meno frequenti se si interviene tra i 17 e i 20 anni. A questa età le radici sono formate per due terzi, l’osso è relativamente elastico, il legamento parodontale è lasso e spesso, quindi l’intervento è più semplice e la guarigione post-chirurgica è rapida. Gli studi dimostrano che i pazienti più giovani hanno un decorso operatorio e post-operatorio significativamente migliore rispetto ai pazienti più anziani. L’età ideale per la chirurgia dei terzi molari è tra i 15 e i 25 anni.

Apicectomie e rimozione di cisti

Apicectomie

L’apicectomia è un piccolo intervento chirurgico rivolto a rimuovere il granuloma apicale nei denti malati in cui la terapia canalare tradizionale non è possibile.

In molti casi, la rimozione del granuloma si associa alla asportazione dell’apice radicolare.

L’indicazione più frequente per l’apicectomia è l’insuccesso di una terapia endodontica di un elemento dentario la cui conservazione è ritenuta necessaria.

Cisti

La cisti è una formazione patologica che presenta una forma generalmente sferica ed ha la tendenza ad un lento accrescimento a spese dei tessuti circostanti.

L’aumento di volume di una cisti può portare al riassorbimento delle radici di denti contigui e dei tessuti ossei che la contengono. In altre occasioni si può verificare la dislocazione degli elementi dentali adiacenti.

La posizione e la velocità di crescita di una cisti sono due dei fattori che il dentista prende in considerazione nel decidere se procedere alla rimozione chirurgica della stessa o monitorarla nel tempo tramite controlli clinici e radiografici periodici.

Domande frequenti

  • In caso di carie profonda l’unica soluzione è togliere il dente?

È importante la consulenza professionale del dentista, in quanto prima di decidere se estrarre o cercare di recuperare un dente lo specialista deve sempre allargare lo sguardo sia alle condizioni di salute generale del paziente che alle situazione del resto della bocca. L’estrazione non è l’unica soluzione: tuttavia, in alcuni casi di carie molto profonda può essere l’alternativa migliore.

  • Cosa succede se non si sostituisce un dente perduto?

È sempre importante sostituire anche un solo dente perso perché se ciò non avviene si rischia di avere in breve tempo la perdita dell’equilibrio dell’apparato masticatorio, con conseguenti problemi funzionali ed estetici come migrazione e malposizione dei denti residui, che oltretutto rendono molto più difficoltoso l’inserimento di un impianto in un secondo momento.

  • Se un dente si muove vuol dire che va estratto?

Assolutamente no, il fatto che un dente si muova può essere causato da più fattori. Sicuramente è sintomo di qualcosa che non va, ma non per questo l’unica soluzione è l’estrazione del dente.

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